Non so se i ricordi dell'ottantadue siano di quei ricordi che veramente
ce li hai o che ti si sono formati per i racconti. Ho una vaga immagine
di quel televisorino rosso in cucina con l'antenna tonda attaccata
sopra, con i tasti cilindrici lunghi che sbucavano e quando ne premevi
uno scattava su l'altro. E mi ricordo dell'esultanza di mio padre e di
mia madre, se è vero che mi ricordo. I ricordi di ieri invece
rimarranno, un ragazzo siciliano ieri ad un certo punto ci fa, mentre
gli coloravamo la faccia, “comunque a voi non vi scorderò mai”.
Logoborro si scopre piena di italiani, riempiamo una stradina, e la
polizia viene anche a chiuderci la stradina al traffico per farci
festeggiare in sicurezza. Ci sono gli italiani che studiano fuori, ci
sono quelli emigrati 50 anni fa e ci sono i figli di questi che c'hanno
le facce da italiani ma parlano italiano con quell'accento strano. Ci
sono i leonardo, gli erasmus non ripartiti e noi. La bandierona che mi
ha spedito mia madre che passa di mano in mano. Tutto in uno strano
delirio che sembra essere un ricordo, un ricordo vissuto ora.
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